(AGI) - Roma, 10 mag. - Con fatica e all'ultimo minuto, ma alla fine l'intesa sul quarto segretario del Pd e' stata trovata.
Sara' Guglielmo Epifani a prendere in mano un partito non proprio in grande forma e portarlo al congresso di ottobre. A meno di sorprese, perche' e' vero che sull'ex leader della Cgil si e' trovata "un'ampia convergenza", ma la candidatura dovra' passare domani dalle forche caudine del voto segreto in assemblea.
Sara' Guglielmo Epifani a prendere in mano un partito non proprio in grande forma e portarlo al congresso di ottobre. A meno di sorprese, perche' e' vero che sull'ex leader della Cgil si e' trovata "un'ampia convergenza", ma la candidatura dovra' passare domani dalle forche caudine del voto segreto in assemblea.
Sulla carta il traghettatore Epifani non dovrebbe avere problemi. Ma non e' escluso che l'assise sia comunque movimentata. Gia' si prevede la protesta di OccupyPd, poi all'ultimo potrebbe arrivare una contro-candidatura e qualcuno fa il nome di Renato Soru. E si parlera' di governo, con i malumori ancora tutti da metabolizzare per le larghe intese con il Pdl. Su esecutivo, rilancio del partito e sostegno a Epifani si attende un documento dei segretari regionali.
La scelta e' caduta su Epifani dopo un lungo braccio di ferro tra le varie correnti del partito e trattative serrate tra la Camera, dove i sei mediatori hanno tenuto le riunioni, e largo del Nazareno dove Pier Luigi Bersani, che domani prendera' la parola per un intervento, ha passato gli ultimi giorni da segretario. In corsa fino all'ultimo c'e' stato Roberto Speranza, che ha scelto pero' restare capogruppo alla Camera e ha lavorato perche' vi fosse una convergenza sull'ex leader della Cgil.
Qualcuno sussurra che pero' che su di lui pendesse il 'niet' dei dalemiani.
Qualcuno sussurra che pero' che su di lui pendesse il 'niet' dei dalemiani.
La gara di Anna Finocchiaro e' stata bloccata dalla maggioranza bersaniana-Areadem, che ha spinto sul veto anche tirando in ballo ragioni di opportunita' per la vecchia vicenda della spesa all'Ikea. Quanto a Piero Fassino, che era sembrato a un passo dal traguardo, ha fatto pesare la difficolta' di coniugare il ruolo di segretario con quello di sindaco di una grande citta' come Torino.
Su Epifani invece nulla ha ostato. Non dal punto di vista degli incarichi: deputato alla prima legislatura, al massimo potrebbe decidere di rinunciare alla presidenza della commissione Attivita' produttive ottenuta appena tre giorni fa.
E non dal punto di vista politico, data la sua storia di sinistra, anche se qualche maligno ne ricorda l'esordio in politica con il Psi. Di certo nessuno mette in dubbio la grande esperienza di mediatore di Epifani ed e' generale convinzione che non si ricandidera' a ottobre, quando presumibilmente ci sara' il congresso. Fermo restando il precedente di Franceschini che invece lo fece dopo aver rilevato il timone da Walter Veltroni dimissionario.
E non dal punto di vista politico, data la sua storia di sinistra, anche se qualche maligno ne ricorda l'esordio in politica con il Psi. Di certo nessuno mette in dubbio la grande esperienza di mediatore di Epifani ed e' generale convinzione che non si ricandidera' a ottobre, quando presumibilmente ci sara' il congresso. Fermo restando il precedente di Franceschini che invece lo fece dopo aver rilevato il timone da Walter Veltroni dimissionario.
Nelle ultime settimane, poi, ha piu' volte preso posizione nei tormentati passaggi istituzionali per sposare la linea del segretario uscente e chiamare all'unita'. Ha difeso la scelta di proporre Franco Marini alla Presidenza della Repubblica nella drammatica riunione che ha portato alla spaccatura del gruppo. E poi, al momento di decidere le larghe intese, ha chiesto al Pd "di metterci la faccia" e avvertito che nessuno si sarebbe salvato uscendo dall'Aula. Il profilo di Epifani "risulta il piu' idoneo a condurre il Pd verso la stagione congressuale e nelle nuove e impegnative responsabilita' che spettano al Partito democratico nella difficile fase politica del Paese", hanno spiegato i sei membri della 'task force' che in questi giorni ha collaborato a tessere la tela delle trattative. Epifani rappresenta dunque una garanzia per Enrico Letta che domani sara' all'assemblea e, salvo cambiamenti di programma dell'ultima ora, interverra'.
E non e' un caso che proprio di riflesso sull'esecutivo abbia parlato Dario Franceschini, molto attivo in queste ore nella ricerca dell'accordo. "Epifani ha l'autorevolezza, il buonsenso, l'esperienza che servono adesso per sostenere il governo e rilanciare il partito tenendolo unito", ha commentato. "Epifani e' la persona giusta per guidare il Pd in questo passaggio difficile", ha assicurato Speranza.
Non tutti la pensano come lui. "Mi sembra in totale continuita' con il gruppo dirigente precedente", l'ha subito stroncato Pippo Civati che oggi ha partecipato con altri giovani deputati all'incontro degli OccupyPd. Ma non e' detto che il dissenso che pure c'e' si trasformi nella stessa valanga che con il voto segreto ha travolto Romano Prodi.
La vera battaglia si aprira' probabilmente solo per il congresso. Non solo da qui ad allora c'e' tempo e molte cose possono cambiare, anche sul fronte del governo, ma in mezzo c'e' da decidere se separare la figura del segretario dal candidato premier, controversa modifica statutaria di cui si dovrebbe cominciare a parlare domani.
La vera battaglia si aprira' probabilmente solo per il congresso. Non solo da qui ad allora c'e' tempo e molte cose possono cambiare, anche sul fronte del governo, ma in mezzo c'e' da decidere se separare la figura del segretario dal candidato premier, controversa modifica statutaria di cui si dovrebbe cominciare a parlare domani.
E dietro le linee resta comunque Matteo Renzi, che negli ultimi giorni ha con insistenza tenuto a chiarire che non avrebbe posto veti sul nome del 'traghettatore'. Anche se certo i suoi non hanno fatto mistero che avrebbero gradito un ricambio generazionale. Il sindaco di Firenze domani sara' all'assemblea. Il verdetto su Epifani e' atteso per domani pomeriggio.
L'assemblea si riunira' alla Nuova Fiera di Roma alle 10, con la sala dei lavori off limits per i giornalisti. Introdurra' Speranza e formalizzata la proposta di Epifani, che sara' corredata da almeno 95 firme, alle 14 dovrebbero aprirsi i seggi per le votazioni, tre per evitare l'ingorgo che nel 2009 si creo' per la scelta di Franceschini. Alle 16 e' prevista la chiusura dei seggi.
Per essere eletto, il nuovo segretario 'pro tempore' ha bisogno del 50 per cento piu' uno dei voti espressi. Non e' prevista maggioranza qualificata, anche se e' possibile che in qualsiasi momento durante i lavori sia richiesta la verifica del numero legale, la meta' dei 950 delegati dell'assemblea. Oltre che sul nuovo leader, l'assemblea dovra' esprimersi sulla data del congresso. E' probabile che si dia solo un'indicazione di massima, ottobre, e si lasci a una prossima riunione la scelta del giorno preciso.
Per essere eletto, il nuovo segretario 'pro tempore' ha bisogno del 50 per cento piu' uno dei voti espressi. Non e' prevista maggioranza qualificata, anche se e' possibile che in qualsiasi momento durante i lavori sia richiesta la verifica del numero legale, la meta' dei 950 delegati dell'assemblea. Oltre che sul nuovo leader, l'assemblea dovra' esprimersi sulla data del congresso. E' probabile che si dia solo un'indicazione di massima, ottobre, e si lasci a una prossima riunione la scelta del giorno preciso.
fonte:AGI.it